Pittore veneto

(primi decenni del XVII secolo)

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Ritratto della contessa Giustina Colonna Riccati

73. Ritratto della contessa Giustina Colonna Riccati, 1674.

Olio su tela;

113 x 96 cm

(Schedatura 1990 n. 14/OA)


 

Per provenienza e altre indicazioni si veda quanto detto nella prima scheda relativa ai ritratti di alcuni dei componenti della famiglia Riccati. Il recente restauro del 1994 ha restituito all'opera un di­screto stato di conservazione. Sulla nuova tela di riporto sono state trascritte fedelmente le parole poste sulla vecchia tela che rifoderava la tela originale, che così recitano: <<CO. IUSTINA COLONNA / UX: / CO: MONTINI RICCATI DOCT.S / 1674 / BOMBELLI F.>>. Sul verso del dipinti vi è il numero <<2>>. L'attribuzione al Bombelli sembra trovare conferma anche da antiche fonti letterarie: <<Sebastiano Bombelli riputatissimo per ritratti, quattro ne dipinse de' Conti Riccati nel 1674: del Co: Montino celebre Avvocato in Venezia, e della Co: Giustina Colonna di lui consorte...>> (Federici D.M., 1803, rist. 1978, II, p. 103).

Nel ritratto la contessa Giustina Colonna Riccati (morta il 6 gennaio 1713), sposa (1674) del conte Montino, entrambi di Castelfranco, e madre di Jacopo (vedi scheda n. 75), viene colta a trequarti di figura con ricche vesti, sebbene non di rappresentanza, come rivela anche l'atteggiamento di discreta intimità che traspare; il dipinto, quindi, doveva aver certamente lo scopo di rappresentare l'effigiata nei normali momenti di riservata vita famigliare. Nonostante i forti richiami alla ritrattistica del Bombelli, non ci pare tuttavia di poter confermare con sicurezza l'attribuzione. Pertanto si preferisce qui presentare l'opera come di mano di un pittore veneto contemporaneo all'artista udinese, eseguita verosimilmente, come indica l'iscrizione sul verso, nel 1674, e che mostra punti di contatto, talvolta generici, talaltra più precisi, anche con la ritrattistica di Gerolamo Forabosco (cfr. Dazzi M., Merkel E., 1979, fig. 77), con quella di Carlo Ceresa (Ibidem, fig. 83) e, per certi aspetti, anche con quella di Nicolò Cassana (Ibidem, fig. 143).

 

Provenienza:

dono conte Valperto degli Azzoni Avogadro, 1990.

 

Bibliografia:

Federici D.M., 1803, p. 103; Donzelli C., Pilo G. M., 1967, p. 218; Bordignon Favero G., 1975, I, pp. 328, 357;

 

Restauri:

Studio Emmebi, 1994.


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