Pittore veneto

(primi decenni del XVII secolo)

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Cristo Crocifisso con Santa Maria Maddalena.  

particolare di: Cristo Crocifisso con Santa Maria Maddalena.   particolare di: Cristo Crocifisso con Santa Maria Maddalena.   particolare di: Cristo Crocifisso con Santa Maria Maddalena.  

68. Cristo Crocifisso con Santa Maria Maddalena.

Olio su tela;

115 x 82 cm

(Schedatura 1990 n. 3/OA)


 

Seppure nessuna documentazione positiva è stata rinvenuta, deve essere considerata la possibilità che questo dipinto, come alcuni altri antichi dal soggetto sacro conservati nella Raccolta Comunale, possa provenire da un luogo soppresso di Castelfranco destinato al culto religioso.

Oggi si presenta in discreto stato di conservazione grazie al restauro del 1986, prima del quale la tela versava in condizioni precarie a causa di alcuni tagli dovuti ad eccessiva "magrezza" e secchezza della pellicola a pittorica, nonché a parziali e circoscritte cadute di colore e notevoli svelature, specie sul fondo, già di per sé dipinto con poca materia e scarsa definizione.

La classica raffigurazione del Cristo Crocifisso ai piedi del quale si prostra la Maddalena, trova nel nostro caso una qualche affinità con un disegno di Pietro Damini conservato al British Museum di Londra, probabilmente preparatorio per un dipinto, pubblicato nel catalogo della mostra di Padova sul Damini (cfr. De Vierno M.A., 1993, p. 215), che tuttavia vede la posizione di Gesù sul Crocifisso leggermente diversa e la figura della Maddalena ribaltata in modo speculare. La positura della Maddalena del disegno si ripete in maniera alquanto simile nell'affresco di Nadal Melchiori, raffigurante sempre la Crocifissione con la santa, oggi conservato nella cosiddetta cuba dei Barea Toscan a San Marco di Resana, staccato con tutta probabilità da un capitello di Castelminio: lavoro commissionato al Melchiori dai conti Riccati (Bordignon Favero G., 1975, II, pp. 196, 197, fig. 63). <<Mentre quest'ultimo [il padre] faceva le facciate o i soffitti delle chiese, il figliolo intanto dipingeva rusticamente i capitelli. Qui vi è un Crocefisso che si innalza nel cielo azzurro; inginocchiata in languido atteggiamento Maria Maddalena con camicia bianca, veste violetta e manto giallo, abbracciata ai piedi della Croce. Sullo sfondo un generico paesaggio con case e una piramide, mentre nel primo piano vi è un bianco vasello per ungenti su cui stanno le sigle N(adal) M(elchiori) P(inxit). Pittura anemica e disossata, dove le immagini sono contornate da un segno rossastro stentato, con ricordi tardomanieristici cinquecenteschi nella figura della Maddalena>> (Bordignon Favero G., 1968, pp. 17, 18).

Certo Nadal Melchiori si mostra in altre opere pittore incostante ma talvolta discreto, nella sua mediocrità, mentre la qualità della Crocifissione qui presentata è alquanto scadente, e a primo acchito si sarebbe propensi anche ad anticiparne di diversi decenni la datazione. Tuttavia, dopo confronti con altre opere certe di questo nostro pittore, che fu analista erudito e morì il 14 luglio del 1735, a 63 anni d'età (Battiston P., 1935?, p. 171), si vuole qui suggerire, con le dovute riserve, il suo nome quale ipotesi attributiva al dipinto, collocandolo tra le sue prime opere (i confronti stilistici hanno comunque mostrato affinità anche con le pochissime opere esistenti di Giacomo Galletti e di Domenico Sartorio, pure essi pittori nostri concittadini, attivi all'incirca negli stessi anni del Melchiori). Il Melchiori stesso ci ricorda che un tempo nell'oratorio dei Secolari in Castelfranco si conservavano due dipinti <<...cioè la Crocifissione et la Resurezione sono delle solite mie debolezze>> (BCCV, Melchiori N., 1724-1735, ms. 158 Q-1, 12 523 R.I., p. 349). Opera data per perduta dal Bordignon Favero (Bordignon Favero G., 1968, p. 153). Di questo pittore non si conoscono molte opere, ma certo, anche sulla base di quanto da egli stesso scritto, ulteriori ricerche a tal proposito potrebbero portare all'identificarne altre, com'è avvenuto per la grande tela, con al centro un ovale cieco, raffigurante nella parte superiore un concerto di angeli e nella inferiore la Giustizia e la Pace, recentemente recuperata dai magazzini del Duomo di Castelfranco, e recante la data <<1735>> e la sigla <<N.M.P.>>, che a mio parere deve certo essere letta come Natale Melchiori Pinxit, quindi da egli eseguita.

 

Restauri:

Studio Emmebi, 1986.


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