Pittore veneto

(primi decenni del XVII secolo)

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Sacrificio di Isacco.  

particolare di: Sacrificio di Isacco.   particolare di: Sacrificio di Isacco.   particolare di: Sacrificio di Isacco.  

66. Sacrificio di Isacco.

Olio su tela;

135 x 135 cm

(Schedatura 1990 n. 52/OA)


 

Per questo dipinto, come per quello descritto alla scheda successiva, si può supporre la provenienza da un luogo soppresso di Castelfranco dedicato al culto religioso. Nessuna documentazione positiva, però, è stata rinvenuta a tal proposito. Vale la pena comunque ricordare, a titolo puramente indicativo, che il Melchiori fa menzione, tra le pitture un tempo esistenti nella chiesa delle R.R. Monache in città, di quanto segue: <<Alle pareti di detto altare sonovi quattro quadri... il secondo Abramo in atto di sacrificare Isacco suo unico figliolo, ritenuto dall'Angelo... et questi sono diligenti opere di Gio: Antonio Lazzari pittore veneto>> (BCCV, Melchiori N., 1724-1735, ms. 158 Q-1, 12 523 R.I.,  p. 215). Sulle indicazioni dello stesso storico, l'informazione viene ripetuta anche dal Federici (Federici D.M., 1803, II, p. 103). L'opera è data per dispersa dal Bordignon Favero (Bordignon Favero G., 1968, p. 151).

Il dipinto qui presentato, riportato a un buono stato di conservazione dal restauro del 1988, grazie al quale sono state tolte le spesse e grossolane vecchie ridipinture, e si e posto rimedio alle lacune ed alle abrasioni, può ben essere opera di un pittore attivo a Castelfranco tra la fine del XVII secolo e l'inizio del secolo successivo. Forse, escludendo con ogni probabilità il riferimento al Lazzari (artista per quel poco che si conosce decisamente più dotato) un riferi­mento può essere fatto, ad esempio, con un Giacomo Galletti, pittore piuttosto fecondo all'epoca in città, e del quale si conosce con certezza purtroppo ben poco, o ad un Antonio Frattin, che il Melchiori descrive essere <<...di buon colorito ma di debole disegno>>. L'autore mostra comunque affinità stilistiche con quello descritto alla scheda successiva, e non è da escludere possa trattarsi dello stesso pittore. Infatti, anche in questo quadro, com'è stato accertato per l'altro, vie è sicuramente alla base un prototipo più antico, probabilmente cinquecentesco (forse Bonifacio de' Pitati). E' forse tratto da una stampa, vista la tendenza a rendere in modo piatto la colorazione tanto delle figure quanto del paesaggio, nel cui primo piano si svolge la scena tratta dall'Antico Testamento.

 

Restauri:

P. Fabris, 1988.


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