Pittore veneto

(primi decenni del XVII secolo)

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Ritratto maschile  

65. Sacra Famiglia con santo.

Olio su tela;

48 x 59 cm

(Schedatura 1990 n. 57/OA)


 

Nella scheda compilata nel 1990, la tela viene indicata come prove­niente dalla collezione Tescari, facendo riferimento all'opera n. 39, p. 10, del catalogo del 1875, dove è data come ritratto dell'umanista bizantino Teodoro Gaza, eseguito dal pittore genovese Giovambattista Langetti. Con quel titolo il dipinto viene indicato anche nella documentazione precedente che lo riguarda. Tuttavia non è stata rinvenuta nessuna documentazioni positiva che ne attesti con certezza la provenienza, e vale la pena sottolineare che le dimensioni riportate nel catalogo Tescari (al n. 38 è pubblicato un'altro ritratto su tela riferito al Langetti, alle misure del quale, 55 x 48 cm., si rimandano quelle del n. 39) non coincidono con le dimensioni attuali del dipinto, quando per le altre tele provenienti da quella collezione lo scarto, quando c'è, è irrilevante. Inoltre, con il restauro del 1988, il dipinto è stato riportato a maggiori dimensioni (ridotte da un precedente intervento, dopo il piegamento dei margini, a 33 x 29 cm.). Ciò non esclude comunque, come è da supporre osservando il ritratto, che  la tela fosse in origine di dimensioni maggiori.

L'opera si presenta oggi in discreto stato di conservazione, con reintegri pittorici non così accentuati da comprometterne la lettura. L'attribuzione ottocentesca, pertanto, può essere sensatamente esclusa non riscontrandovi, al di là di una qualità decisamente inferiore, particolari riferimenti iconografici, stilistici e pittorici con un artista di formazione sostanzialmente genovese e romana, nonostante il suo successivo trasferimento a Venezia, qual'è stato il Langetti. Questo ritratto al naturale, piuttosto che rivelare contrasti chiaroscurali di derivazione caravaggesca e riberiana, se lo si vuole ricollegare alla scuola dei <<tenebrosi>>, conviene avvicinarlo ad esiti più strettamente locali. Si tratta con maggior probabilità di un'opera le­gata all'ambiente veneto, riferibile ad un pittore che sulla scia dei tentativi di superamento dei manierismi di fine-inizio secolo, rilegge (o copia), durante la prima metà del XVII secolo, la ritrattistica giorgionesca e tizianesca con la volontà di aggiornarla alle novità importate. Un artista che pare seguire una strada di re-interpretazione di stilemi cinquecenteschi sotto certi aspetti avvicinabile a quella percorsa dal gusto portentoso e rievocativo, ad esempio, di un Pietro della Vecchia. Ai modi di quest'ultimo artista, stilisticamente ma non qualitativamente, il dipinto può essere, con le debite distanze, ricondotto. Anche Pietro Damini, in alcune opere (un esempio ne è proprio la Deposizione di Castelfranco), si rifà al grande maestro cadorino e sente contemporaneamente le novità portate dagli "stranieri" in Veneto; ma non ci pare di poter individuare in questo dipinto la mano del pittore di Castelfranco.

 

Provenienza:

collezione Tescari, Castelfranco Veneto (?).

 

Bibliografia:

Cat. Tescari, 1875, p. 10, n. 39.

 

Restauri:

P. Fabris, 1988.


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