Nei carteggi del Museo conservati presso la Biblioteca
Comunale di Castelfranco, si conservano alcune lettere, datate 1895, nelle
quali si fa menzione, tra gli altri dipinti, ad un ritratto di Ludovico
Ariosto, olio su tela, largo cm. 40 ed alto cm. 47, che viene proposto al
neonato Museo in quanto in passato era stato <<segnato>> come opera
del Giorgione. Alcune di queste corrispondenze sono intestate o indirizzate
all'antiquario veneziano Ferdinando Ongania, lo stesso dal quale nel 1899 il
Comune di Castelfranco acquistò la Deposizione di Pietro Damini. Non
è pertanto da escludere che il dipinto là menzionato possa essere il nostro,
entrato nella Raccolta attraverso acquisto già negli ultimi anni del secolo
scorso, forse per diretto interessamento del fondatore del Museo Francesco
Marta, grazie magari alla mediazione di Giovanni Bordigioni.
Si tratta, tuttavia, di una delle tante repliche di un
presunto ritratto che Tiziano ebbe modo di eseguire al poeta in occasione di
uno dei suoi soggiorni a Ferrara, mentre si apprestava all'esecuzione dei
"Baccanali" per lo studio di Alfonso d'Este. L'identificazione nel supposto
originale (Gronau G., 1933) dell'effigiato con l'Ariosto, il cui nome nel
nostro dipinto è riportato direttamente sulla tela, si basa sul confronto
con l'incisione tratta da un disegno del cadorino e apparsa nell'edizione
del 1532 dell'Orlando furioso.
L'opera, di mediocre qualità, dopo il restauro del 1988, si
presenta oggi in un discreto stato di conservazione nonostante la presenza
di alcune piccole lacune ed abrasioni reintegrate pittoricamente, diffuse
minutamente sul volto e in modo più accentuato soprattutto nella parte
inferiore della tela.
Il pittore, al di là della ripresa iconografica tizianesca,
desunta probabilmente da una incisione, mostra un modo di stendere il colore
sulla tela e certe forzature fisionomiche che fanno pensare ad un copista
provinciale seicentesco, e forse già della fine del secolo, poco pratico del
modo di dipingere veneziano e veneto.
Provenienza:
nessuna indicazione positiva rinvenuta.
Restauri:
R.P.A. Dinetto, 1988. |