Come per le altre opera bassanesche
presentate in mostra, si ricorda che in uno scritto sull'allestimento per
la riapertura del Museo del 1926, nella sala n. 5, si fa cenno ad uno o
più dipinti del da Ponte (cfr. anche Tiepolo P., 1937, p. 156). In più, da
una lettera del 1934 (conservata presso la Biblioteca Comunale di
Castelfranco, tra i carteggi relativi al Museo), risulta che l'allora
conservatore del Museo cav. Elia Favero fa richiesta al Podestà di una
cornice, 87 x 102 cm., di colore nero, per un dipinto del Bassano, che
quasi certamente, viste le misure, è da individuarsi col presente.
L'opera si trova in pessimo stato di
conservazione, nonostante il restauro del 1986 che ha portato ad un
notevole recupero cromatico: diffuse ridipinture, poste per rimediare le
numerose abrasioni e lacune, interessano un po' tutta la superficie della
tela, rifoderata. La lettura, comunque non compromessa, non evidenzia
qualità pittoriche particolari per ricondurla ad una precisa personalità.
Si tratta, in ogni caso, di un pittore di ambito bassanesco impegnato, forse
nella prima metà del XVII secolo a riproporre, in provincia, tematiche care
alla scuola dapontiana. In questo caso, ci troviamo difronte ad una copia
abbastanza fedele dell'omonimo dipinto di Leandro da Ponte che si conserva
al Museo Civico di Bassano, derivazione, come quello affine del Museo di
Padova, dai noti prototipi di Jacopo; al British Museum esiste un disegno
attribuito a Jacopo la cui composizione corrisponde perfettamente al dipinto
del Museo di Bassano (Il Museo Civico di Bassano del Grappa, 1978,
p. 35). Rispetto a quest'ultima tela, il nostro si differenzia in modo
evidente solo nelle architetture dello squarcio paesaggistico in alto a
sinistra.
A titolo puramente informativo, si ricorda
che il Melchiori (cfr. Bordignon Favero, 1968, pp. 99, 148), così come il
Federici (Federici D.M., 1803, vol. II, p. 66), accenna ad alcuni pittori
che eseguirono copie delle opere dei Bassano conservate un tempo a
Castelfranco: in particolare una Natività con i pastori adoranti,
opera di Giacomo Appollonio, era custodita nel Monastero dei Padri Serviti.
Il Verci (Verci G., 1775, p. 43) inoltre, informa che una zia dell'Appollonio,
Silvia, figlia di Jacopo Bassano, fu sposa di Francesco Piacentini da
Castelfranco. Sempre il Melchiori (cfr. Bordignon Favero G., 1968, p. 153),
ripetuto dal Battiston (Battiston P., 1935?, p. 212), fa sapere che
nell'oratorio dei secolari in Castelfranco si conservava una Natività
di mano di Cristoforo Pedrinelli, vivente a Castelfranco nel 1732, opera
fatta in giovane età copiandola da un dipinto del Bassano.
Un'Adorazione dei Magi, anonima, di
derivazione bassanesca si conserva anche tra il patrimonio del Duomo di
Castelfranco.
Restauri:
R.P.A. Dinetto, 1988.
Il dipinto si trova in un discreto stato di
conservazione. Prima del restauro del 1986, aveva subito un precedente
intervento con foderatura e stuccature debordanti in corrispondenza delle
lacerazioni e delle lacune, ricoperte da restauri pittorici. Rifoderato e
pulito, è stato reintegrato nelle lacune stuccate per mezzo del metodo a
rigatino e di successive velature di colore a vernice.
L'esecuzione di qualità mediocre permette
solo di ricondurre la tela alla folta scuola dapontiana. Si tratta con ogni
probabilità di un frammento di un'opera che doveva rappresentare una scena
di genere (presumibilmente un'interno di cucina), forse copia di un dipinto
dei Bassano.
Provenienza:
dono prof. Domenico Campostella, 1892.
Restauri:
Sudio Emmebi, 1986. |