Giovanni Sisto Laudis

(Venezia, 1583 ca. - 1631)

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Ultima Cena

 Particolare de Ultima Cena Particolare de Ultima Cena Particolare de Ultima Cena

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40. Ultima Cena.

Olio su tela;

55,7 x 163,5 cm

(Schedatura 1990 n. 134/OA)


 

Il dipinto proviene dalla collezione Tescari di Castelfranco e entra nella Raccolta Comunale attraverso una delle donazioni fatte dai Fratelli Rostirolla. A tal proposito si veda quanto detto nella scheda precedente.

Portato ad un discreto stato di conservazione con il restauro effettuato nel 1986, che ne recuperava gli angoli tagliati, le abrasioni e le parziali e circoscritte cadute di colore, si presenta oggi ad una soddisfacente lettura.

In collezione Tescari il dipinto era indicato come opera di autore ignoto, seppure con riserva veniva fatto il nome di Paolo Farinati. E al Farinati continuò a essere attribuito con riserva anche una volta entrato al Museo, come attesta il cartellino didascalico che allora accompagnava l'opera. In alcune documentazioni di data piuttosto recente relative al dipinto, è spesso fatto il nome di Palma il Giovane.

La composizione viene risolta, impiegando tonalità monocrome tendenti al verde, all'interno di una ricca costruzione architettonica rinascimentale veneta, dove una balaustra sulla sinistra racchiude il terrazzo coperto che si sporge sotto su di un ampio vano adibito a cucina, aperto sul fondo ad altre architetture classicheggianti. Sulla destra, una lunga tavola taglia obliquamente lo spazio e dà profondità all'opera: seduti attorno ad essa Gesù Cristo e gli apostoli. Altre persone, soprattutto serventi, affollano il resto del dipinto. La costru­zione spaziale della tela mostra indubbiamente un'impostazione tintorettesca, come tintorettesco e fortemente manieristico è il ritmo esagitato e tormentato di quasi tutte le figure che vi appaiono. Certo l'autore doveva aver avuto modo di ammirare i due capolavori di Jacopo Tintoretto raffiguranti L'ultima Cena della Scuola Grande di San Rocco (1579-1581) e della chiesa di San Giorgio Maggiore (1592-1594). Contemporaneamente però, in pieno accordo con lo spirito tardo-manieristico veneziano dell'inizio del XVII secolo, e più precisamente della seconda metà del terzo decennio del secolo, momento in cui con probabilità si può collocare l'opera, presenta componenti veronesiane, in maniera speciale nelle architetture, e palmesche, specie nelle figure.

L'autore del dipinto viene in questa sede riconosciuto in Giovanni Sisto Laudis, frate domenicano attivo a Venezia nei primi decenni del XVII secolo che, da <<...quel poco che si conosce di lui... manifesta un timido orientamento neoveronesiano, non privo di finezze memori forse del Peranda>> (Donzelli C., Pilo G.M., 1967, p. 217). Questa tela può infatti essere il bozzetto preparatorio dell'Ultima Cena, firmata, eseguita per l'ex chiesa del convento soppresso di S. Domenico in Venezia, ed oggi conservata nel refettorio del Seminario patriarcale di quella città. Il nostro dipinto presenta una prima idea che rispetta in linea di massima l'esecuzione finale, mostrando tuttavia nell'opera veneziana soluzioni diverse per gli edifici dello sfondo, che diventano un ampio porticato aperto sulla laguna, e nella positura di qualcuno dei personaggi, che vengono a perdere, nell'opera finita, quel nervosismo esagitato che caratterizza la nostra tela e che rappresenta una delle sue note qualitative di maggior pregio.

 

Provenienza:

collezione Tescari, Castelfranco Veneto.

 

Bibliografia:

Cat. Tescari, 1875, p. 30, n. 159.

 

Restauri:

Studio Emmebi, 1986.


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