Noè Bordignon

(Castelfranco Veneto, 1841 - San Zenone degli Ezzelini, 1920)

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Ritratto di Umberto I re d'Italia 

108. Ritratto di Umberto I re d'Italia, 1880.

Olio su tela;

238 x 172,5 cm ca.

(Schedatura 1990 n. 55/OA)


 

Nulla, fino ad oggi, si è riusciti a rintracciare sulla provenienza di questo dipinto, che si presenta in buono stato di conservazione. Tuttavia, visto la qualità dell'effigiato, è da supporre che l'opera sia entrata nella Raccolta Comunale sin dal secolo scorso, probabilmente a pochi anni dalla sua esecuzione. Fu esposta nel Palazzo Municipale sino alla caduta della monarchia.

Umberto I re d'Italia è qui ritratto all'età di trentasei anni, due anni dopo essere salito al trono (gennaio 1878). L'effigiato è colto a figura intera in un tipico ritratto d'apparat, nel quale vi si scorge una ripresentazione tardo ottocentesca dell'iconografia ritrattistica della tradizione barocca (o di questa stessa nelle reimpostazioni della ritrattistica ufficiale veneta del Settecento), dove il re è rappresentato con riferimenti diretti alla sua qualità di sovrano, come chiaramente alludono tanto la corona reale alla sinistra, posata sul ridondante tavolo barocco squisitamente romano (tanto simile a quelli da muro, con figure distese sotto al piano, della Galleria di Palazzo Colonna a Roma), quanto le decorazioni della divisa, e di capo supremo di tutte le forze armate del regno, come suggerisce la sciabola tenuta con la mano sinistra ben in vista. Il ricco manto, l'arreda­mento suntuoso della sala, la divisa ufficiale e la positura pomposa caratterizzata dallo sguardo di severo sussiego del volto e degli occhi, vogliono sottolineare l'importanza della persona effigiata e al contempo la funzione di rappresentanza a cui il dipinto doveva assolvere. La pennellata, aiutata dalle grandi dimensioni della tela, appare talvolta sciolta e veloce, come nei tocchi del lampadario in alto a destra o in alcune parti alle quali si vuol dare valore di sfarzo decorativo, mentre tende a farsi più rigida e legata in altre zone, specie quando deve sottostare al vincolo della resa fisionomica o al troppo ricco ridondare spaziale del movimento barocco delle gambe del tavolo.

Interessante è la dicitura <<Roma 1880>> posta in basso a destra sotto la firma che, oltre ovviamente a datare l'opera, vuole evidentemente sottolinearne il luogo della sua esecuzione. Questo, assieme all'analoga dicitura di <<Roma 1872>> posta sulla pala di Sent'Eurosia del santuario di Cendrole di Riese Pio X e alla presenza di un paesaggio tipicamente romano come sfondo nel dipinto La mosca cieca (si veda la scheda precedente), fa supporre che l'artista abbia compiuto altri, probabilmente brevi, viaggi nella capitale. Tuttavia, bisogna rilevare come questo ritratto è alquanto simile nella composizione ad altri ritratti fatti al re da pittori diversi: ciò porta a pensare che alla base di tutti questi vi sia stata una fotografia.

 

Bibliografia:

Rizzi P., 1982, p. 23.


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